Tenuità del fatto e riti alternativi al dibattimento I nuovi assetti dopo il d.lgs. n. 150 del 2022

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Determinato a risolvere la cronica crisi in cui versa il “pianeta giustizia”, il d.lgs. n. 150/2022 ha innovato e ripensato funzioni, strutture e organizzazione di una molteplicità d’istituti, con una manovra che non ha risparmiato alcun settore del penale. Sul fronte processuale, ciò si è tradotto nell’adozione di misure volte non solo a garantire la celerità e l’efficienza complessiva del procedimento, ma anche a evitare d’allestire quella costosa macchina dialettica che è il dibattimento: qui, è chiaro che tenuità del fatto e riti alternativi al dibattimento giocano una partita decisiva. Complici le scarne direttive in materia contenute nella legge n. 134/2021, tuttavia, dal cilindro del legislatore delegato è uscita una normativa sulla tenuità del fatto e sulle procedure semplificate “dimezzata”, oltre che di difficile interpretazione tanto nei nessi sistematici quanto nel funzionamento degli istituti. Il presente volume intende offrire una chiave di lettura di tali rinnovati assetti, da una duplice prospettiva: la prima dedicata alle coordinate di fondo, dove gli Autori analizzano – con le lenti, rispettivamente, dell’accademia, della magistratura e dell’avvocatura – l’impatto della novella rispetto agli obiettivi perseguiti dal legislatore; la seconda riservata alle singole discipline, dove gli Autori si sono impegnati a individuare le principali questioni esegetiche ivi sottese, alla luce dei principi costituzionali e di matrice europea. La prospettiva comune è ricostruire il sistema, oggi più che mai a rischio d’implosione.

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