L’opera di costante mutamento del codice prosegue e si sviluppa lungo due principali direttrici: le modifiche alla riforma Cartabia (d.lgs. 19 marzo 2024, n. 31; d.l. 29 giugno 2024, n. 89, conv. in L. 8 agosto 2024, n. 120; d.m. Giustizia 29 dicembre 2023, n. 217) e l’introduzione di nuove garanzie in materia di intercettazioni, libertà personale, diritto di difesa ed esecuzione penale (L. 9 agosto 2024, n. 114; d.l. 4 luglio 2024, n. 92, conv. in L. 8 agosto 2024, n. 112). Mentre il cantiere della complessiva riforma della giustizia penale lavora incessantemente, su presupposti ideologici parzialmente diversi da quelli della pura efficienza processuale, altri interventi settoriali finiscono per intersecarsi e sovrapporsi (L. 28 giugno 2024, n. 90). Il risultato è una disordinata e inarrestabile metamorfosi che non garantisce esiti nemmeno relativamente definitivi, in attesa di prossimi interventi in materie di estrema rilevanza, come le prove digitali (d.d.l. S 806), l’intelligenza artificiale (regolamento europeo 1689/2024; d.d.l. S 1146) o i divieti di pubblicazione degli atti (L. delega 21 febbraio 2024, n. 15). L’interprete è così chiamato a un notevole sforzo ricostruttivo di un sistema ibrido che rischia di essere ampiamente rivisitato dalla clinica giurisprudenziale.