Le impugnazioni sono, senza dubbio, tra le principali protagoniste degli interventi riformatori del processo penale succedutisi negli ultimi anni. Strette tra un evidente bisogno di ricercare soluzioni deflattive, da un lato, e l’esigenza di adeguare la disciplina a impulsi giurisprudenziali anche sovranazionali, dall’altro, esse hanno animato il dibattito sulle scelte normative in ogni sua stagione. Il reticolo di innovazioni introdotte dalla “riforma Cartabia” – tra legge delega, decreto legislativo e recenti “correttivi” (l. n. 134/2021, d.lgs. n. 150/2022 e d.lgs. n. 31/2024) – induce a domandarsi come (e se) possa dirsi davvero trasformato lo scenario degli strumenti di doglianza. Il ritocco delle strutture esistenti e l’inserimento di nuove fattispecie chiamano l’interprete ad affrontare profili inediti, ancora da inquadrare. Ripercorrendo i cambiamenti sopraggiunti, con le loro ragioni e criticità, l’opera mira a esaminarli senza sottrarli a una lettura sistematica a largo raggio, essenziale per assicurare – in un contesto di speciale importanza per studiosi e pratici del diritto – la necessaria visione di insieme.